Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Messaggio dell’Ambasciatore Stefania Rosini per la Festa della Repubblica

bandiera-italiana-tricolore

Cari connazionali,

Ottanta anni fa aveva fine l’evento che ha segnato lo scorso secolo e, per molto di noi, ha marcato – nei racconti di famiglia e dall’esperienza diretta dei genitori – l’ingresso nel mondo. Le generazioni nate negli anni ‘50 e 60’ hanno appreso quasi automaticamente a fare i conti con il lato oscuro dell’umanità, quello di cui si vedeva traccia nei muri bombardati e non ancora ricostruiti, nelle lapidi allora visitate che ricordavano i luoghi – vicini o lontani – dove molti erano caduti, nella storia del nostro Paese che si imparava nei banchi di scuola e che parlava di «appena ieri».

In quell’epoca, credo che per nessuno sia stato necessario riflettere a lungo per arrivare alla stessa conclusione: noi, insieme ai nostri figli e quanti verranno dopo di noi, vivremo in pace e difenderemo la democrazia. Un impegno che già i sopravvissuti di allora avevano preso mentre scrivevano la Costituzione e rimettevano in piedi case, ospedali, servizi ed imprese, con la dignità di chi – in uno Stato libero e democratico – fonda la propria vita sul lavoro, la solidarietà ed il rispetto di tutti.

In tempi in cui lo scenario internazionale si incupisce, dobbiamo essere consapevoli e fieri di quanto in questi anni l’Italia rinata dalla guerra ha fatto, per sé e per il mondo, parlando di pace e di sviluppo, contribuendo nel frattempo alla fondazione di ciò che oggi è l’Unione europea, come realizzazione di un’intuizione in cui, bandendo egoismi, poco meno di 450 milioni di persone convivono per raggiungere gli stessi obiettivi.

È importante non perdere mai di vista il percorso, pure a volte doloroso e faticoso, che il nostro Paese ha seguito, divenendo protagonista operoso di un mondo volto al bene di tutti. È frutto di un convincimento comune che gli italiani rappresentano dovunque siano, divenendo – grazie a quella disponibilità e a quella apertura verso gli altri che ci vengono unanimemente riconosciute – un importante «collante umano», un fattore di aggregazione e di crescita.

Tale aspetto distintivo delle nostre collettività all’estero non manca certo in Danimarca, dove una comunità in continuo aumento – siamo ormai quasi ventimila – contribuisce ogni giorno, con entusiasmo e dedizione, alla società danese ed allo sviluppo dell’Unione europea. Molti giovani si sono aggiunti, specialmente negli ultimi anni, ad ingrossare il numero dei nostri residenti qui: li caratterizzano le capacità, la professionalità, la consapevolezza di poter fare la propria parte e la buona volontà di raggiungere obiettivi importanti per tutti. Un bell’esemplare delle nuove generazioni da tenere a mente per trarne giusto motivo di orgoglio e confortante rassicurazione per il futuro.

In Danimarca, essi sapranno senza dubbio continuare l’impresa dei connazionali che li hanno preceduti e rafforzare l’impegno della nostra presenza per servire i valori e realizzare i progetti di quanti all’epoca ricostruirono l’Italia per farne un partner internazionalmente riconosciuto ed apprezzato. Un partner che resta un genuino «ponte» nel Mediterraneo per raggiungere tutti e collaborare con tutti, a cominciare dal continente africano con il quale condivide molto del passato e molto condividerà del futuro. Un partner che, al Sud come al Nord, conosce il merito della cooperazione, dell’unità e dell’azione comune, della solidarietà e dell’apertura. Un partner che fa dell’amicizia e del dialogo chiavi di volta per costruire un domani migliore, cui concorre anche la speciale relazione che italiani e danesi vanno ora irrobustendo proprio in Danimarca.
Nel giorno in cui celebriamo la festa della Repubblica, è importante sentirci parte di questo impegno continuo che sarà il progresso di tutti.

Viva l’Italia!